BIOGRAFIA

Piacentino di nascita, Castelvetro lo vede nascere il 23 novembre 1927. E' una famiglia di contadini che lo sente piangere, accoglie le sue risate, le sue prime parole  ...
Verso i dodici anni si trasferisce con la famiglia prima a Polesine poi a Busseto ed arriva a Fidenza intorno agli anni '50. Lavora nei campi, fin da ragazzo e, come tutti i coetanei vive un'infanzia dura e difficile, connotata di difficoltà e stenti come per tutti i figli dell'ultima grande guerra.
Nasce però forte e prepotente in lui il desiderio di dedicarsi alla pittura, di nascosto perchè la sua inclinazione è fortemente osteggiata dalla famiglia.
Negli anni '60 viene assunto come operaio in una ditta appaltatrice dell'Enel e in questo periodo può dedicarsi alla pittura nei fine settimana e nei periodi di ferie. Nei luoghi di vacanza ruba scatti fotografici che solo la memoria gli consentirà di trasformare in grandi tele dove la sua capacità di mescolare colori e materiali , gli consentirà la riproduzione fedele, con impasti sempre nuovi dei paesaggi, dei rustici a lui tanto cari.
E' solo con il meritato raggiungimento dell'età pensionabile che gli sarà possibile dedicarsi interamente alla pittura ed alla scultura.
Lunghe passeggiate, ampi orizzonti, boschi e pinete diventeranno gli scenari preferiti per il suo occhio colto e raffinato, per uno sguardo che si sofferma in maniera fotografica sui dettagli ponendoli alla ribalta della sua tela per il nostro possibile sguardo.
Da tronchi contorti e rami abbandonati il suo occhio comincia a cogliere, ad intravvedere figure e immagini che le abili mani e gesti da maestro trasformano nelle sue dapprima semplici e piccole poi sempre più grandi e complesse sculture.
Ora, a quasi novant'anni, vive e ancora lavora a Fidenza, il giardino della sua casa è costellato di sculture in ferro: i suoi famosi ciclisti colti nell'attimo della volata, magistralmente fissati con il ferro battuto e saldato con l'aiuto del figlio. La sua casa è un monumento vivente alla sua ricerca pittorica: dai piccoli acquarelli alle grandi tele che occupano intere pareti; un tripudio di forme e di colori che raccontano il suo percorso di crescita e riflessione artistica mai fermo, mai scontato ... che mai si è arrestato.
La sua soffitta-laboratorio dove, accatastati gli uni sugli altri dormono i suoi quadri: quelli che parlano del suo percorso culturale nel novecento artistico, quelli che raccontano della sua voglia di dominare impasti, colori e forme ... E sul suo tavolo da lavoro spatole di tutte le dimensioni più che pennelli, bozzetti in bianco e nero, studi appena sfumati di colore e, su tutto un profumo di colori ad olio e trementina come ben si addice allo studio di un pittore!




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