lunedì 7 giugno 2021

CIAO RINO

...

e anche tu ci hai lasciato. 

Questa distanza che ci appartiene da più di un anno, causa covid, è definitiva ed incolmabile. 

Te ne sei andato serenamente così come hai vissuto in questi ultimi anni che mi hanno regalato la tua competenza, la tua creatività incessante. 

Ti vedevo e sentivo sempre più attivo nelle tue sperimentazioni! 

Ti ricordo nella tua mansarda ormai assurta alla gloria di "atelier", i tuoi colori, il profumo di trementina, le tue spatole così diverse in forma e spessore, i tuoi schizzi a tratti neri e decisi, gli stracci colorati, i barattoli di vinavil e nella luce soffusa, i tuoi "figli" i tuoi innumerevoli quadri, 

allineati come soldatini

 

Attendevano una buona occasione per rivedere la luce!

Quanta energia in quelle spatolate, quanti dettagli di una vita fotografati dalla tua mano sapiente.

Avremmo voluto per te tante buone occasioni ancora di accompagnare i tuoi quadri , per celebrare la tua lunga esperienza. 

Si erano fatti vividi i colori sulla tua tavolozza, gli azzurri brillanti, l'arancio squillante e le tele che continuavano ad occhieggiare fra le spatolate decise.

Un colore vivo e maturo, denso di energia e di vita.

L'ultimo inverno aveva fiaccato la tua grande voglia di vivere. Il tuo cuore già più volte provato ha cessato con delicatezza di battere il ritmo nelle tue vene.

In silenzio, con discrezione ci hai lasciati.

Ciao Maestro, che tu possa godere di tutto il "plen air" che gli ultimi inverni ti hanno rubato.

Insieme a Mirella Capretti condivido la tua celebrazione!









domenica 25 novembre 2018

ENERGIA VITALE!


Un "giovane" artista che ha compiuto da poco  91 anno!!!
Così Manuela Bartolotti ci introduce alla splendida personale di Rino, in quel di Parma,
ospitata nella splendida


Quello che possiamo ammirare attraverso le tele e le sculture in mostra è un artista nuovo e brillante, nei colori e  negli accostamenti inusuali di luce, di pieni e vuoti che meravigliano i nostri occhi.
Manuela sa scovare, al di la delle sue vedute, dei suoi ciclisti, delle sue nature,
il nuovo che avanza nella sperimentazione con i materiali e i colori che Rino 
non ha mai cessato di osare.



Tratti incalzanti, colori freschi come una ventata primaverile rischiarano questa giornata novembrina emergendo dal bianco immacolato delle pareti.
Energia e movimento tradotti in puro colore e impasto che rivela al nostro occhio la presenza di figure, di eventi, di oggetti trasfigurati nella memoria dell'artista e restituiti a noi
cariche delle sue emozioni.
Così nel sisma di Amatrice ...

così nel corteo dei manifestanti!

La sua "operazione creativa" è emotivamente associata da Manuela Bartolotti,
 alla formula della relatività di Einstein: E = mcQ
dove la similitidine si concretizza in:
Energia della massa = LA MATERIA PITTORICA E/O SCULTOREA
moltiplicata per la velocità della luce al quadrato = LA VITA NEL SUO SVOLGERSI


Così i tacchini e il gatto di casa prendono vita,
grondano di affetto e partecipazione alle piccole cose,
alla quotidianità

I suoi cieli, laghi che rispecchiano i suoi occhi ...

il suo ROSSO e il suo NERO!
Ci commuove Manuela con la sua "partecipazione" di cuore e di "pancia" che trasuda dalle sue parole, dagli sguardi al "maestro" come, dai tanti allievi che ha cresciuto in Fidenza e dintorni, viene definito Rino!
Un artista ormai nella storia parmigiana, con il suo ripercorrere creativo di tutto il novecento, moderno come non mai nelle sue ultime produzioni: libere, audaci e potenti.
Ma questa potenza che noi respiriamo al cospetto delle sue tele, grezze e impastate, è la forza, è lo slancio vitale di Rino.
Nonostante le sue traversie personali anzi, forse grazie a queste, nella piena maturità ci regala
squarci di gioia con
 i suoi azzurri intensi, i gialli fluo, i verdi mozzafiato.
Il SUO rosso, il SUO nero ...


tonalità che rendono riconoscibilissime, fra tante, le sue opere.
Colori potenti, ancestrali, che scatenano in noi sensazioni primordiali: così nella sua presentazione Manuela Bartolotti connota di parole le nostre percezioni e conclude con questo assioma,
 che ben identifica tutta la produzione di Rino:

"ENERGIA E' ARTE PER LA VITA ALLA POTENZA.

LA POTENZA 
E'

L'AMORE!"


Amore per l'arte, per la vita e tutto ciò che le attiene ...

Da vedere!
Fino al 6 dicembre
ENJOY!!!

mercoledì 17 ottobre 2018

COLORI e MATERIALI

COLLAGE MATERICO

La parola MATERIA definisce la sostanza di cui sono costituiti gli oggetti sensibili, ovvero qualunque cosa che abbia una massa e occupi spazio.
Dalla parola materia derivano altri vocaboli quali materiale, materico, materialista ...
 Il termine materiale, ad  esempio, 
esprime l’intervento dell’uomo sulla materia 
definendo le sostanze fisiche utilizzate per la produzione di oggetti. 
La materia e le sue proprietà assumono un ruolo rilevante nella storia e nella critica d’arte moderna e contemporanea. 
Nel lessico artistico è ricorrente, infatti, definire un’opera “materica” quando questa presenti una forte componente tattile e sia costituita da uno spesso strato di colore, presenti delle increspature e abbia altri materiali incorporati al suo interno. Il collage, ad esempio, consiste nella tecnica con cui differenti materiali vengono applicati sul supporto dell’opera.


Una materia quindi che si fa quadro, una tela ricoperta
di tessuto grezzo, sacco di juta. 
Tutta la vita, la fatica,
il lavoro di quel sacco incollato tra campiture di
colore, diventa esso stesso campitura di un vissuto. 
(di Maurizio Calvesi:
 “L’opera e la poetica di Burri nascono dall’esperienza matura 
e amara di una vita”, in M. Calvesi,
 Le due avanguardie, Lerici, Milano 1966, p. 383. )

.
E’ un frammento di realtà che si fa arte;
qui il brandello è nobilitato, innalzato
a espressione artistica. 
L’impatto è forte, il colore
è acceso, gli squarci della juta evidenti.
 E’ un connubio di sofferenza e bellezza, 
la stessa che Rino ci propone e ci fa rivivere 
attraverso l'osservazione dei suoi quadri.

COLLAGE MATERICO

Ricorrendo a materiali poveri come legni bruciati, vecchi sacchi di juta, RINO ci riporta a Burri che li utilizza come strumenti privilegiati ai fini espressivi ma nello stesso tempo esalta il materiale in sé stesso, per la sua natura grezza, ruvida, caratterizzata dagli accidenti della materia, e dalle impronte e dalle scritte preesistenti, che già raccontavano una loro storia. 
Così questa imprevedibile tramatura, per esempio, rende ancora più incisivo il paesaggio
Cos'è la juta ? 
" Fibra tessile di origine vegetale usata per fare cordami, stuoie e sacchi da imballaggio"
Si ricava dalla corteccia di diverse specie di piante delle Tigliacee 
(part. Chorchorus olitorius e Chorchorus capsularis, 
ambedue intensamente coltivate in India e in Cina)


Come mai traspare così spesso dai suoi dipinti,
 ne connota a volte superfici e soggetti?

Rino ama riciclare oggetti di uso quotidiano,
ama preservarne la storia facendone un uso diverso, alternativo.
Esplora le capacità espressive della materia,
ricalca le orme, i primi passi dell'arte moderna,
 ne studia il portato di colore, potenza e comunicazione.
E' il suo vissuto contadino, a contatto con la ruvidezza e il bruciato della terra,
è il voler ricordare certe trame visive,
 l'occhio attento dell'artista coglie e ha colto 
gli aspetti più naturali ma segreti.
 In punta di spatola svela, tra barriere di colore, l'essenza del loro ricordo...
Ipotesi, idee ...
il piacere di una trama che racconti la sua memoria!

"Tutta la materia di cui siamo fatti noi l’hanno costruita le stelle,
 tutti gli elementi dall’idrogeno all’uranio sono stati fatti nelle reazioni nucleari 
che avvengono nelle supernove (…) 
per cui noi siamo veramente figli delle stelle."
Margherita Hack
Intervista su "Cortocircuito", 2012

venerdì 12 ottobre 2018

DALLA REALTA' alla sua RAPPRESENTAZIONE


"Si usano gli specchi per guardarsi il viso, e si usa l’arte per guardarsi l’anima."

George Bernard Shaw

Possono una foto ed un articolo apparsi sulla Gazzetta di Parma trasformarsi in un'occasione d'arte?
Secondo Rino, siiii ...
Ecco cosa nasce dalle sue mani d'artista: un articolo sul volontariato, sull'impegno di tanti per una causa comune, un impegno di solidarietà e condivisione toccano e fanno vibrare le corde più profonde del cuore di uomo e d'artista.
E l'emozione si fa colore, 
si fa tratto energico e deciso con il pastello a cera


per diventare poi sperimentazione con le sue spatole ed impasti di colore
che hanno la sfumatura dei suoi occhi ...

olio su tela

e questa la foto da cui Rino ha tratto ispirazione!


Magico risultato di un artista che non riesce a trattenersi dallo sperimentare,
per il quale, l'uso di tecniche diverse diventa lo stimolo per creare nuove rappresentazioni della realtà, del quotidiano che diventa 
"Arte del Cuore".

L’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è.
(Paul Klee)

mercoledì 19 settembre 2018

Nuovi colori tra le mani di Rino


Ed eccoci agli ultimi ciclisti, dopo il "tour de France"!
Si trovano accostate sulla tela sete luminose che distillano i verdi potenti di questa lunga estate, che ci raccontano cieli sereni e luminosi che ci regalano brezze sottili.
Ultimo lavoro di collage materico per Rino,
fatica e piacere estivo che ci raccontano di rinnovata vitalità e dell'impossibilità di rimandare le urgenze creative della sua passione.
Seta e cotone fresco, brillante
rubate all'estate che si sta per concludere.
Un unico e ripercorso tema :
la fuga, il duello, la tensione della gara.
Il nastro d'asfalto che quasi non viene colpito dallo sfrecciare delle ruote sottili in un sottile gioco di equilibri.
E come temerari equilibristi i due atleti sfidano l'aria più che loro stessi, fatti di velocità e e coraggio indomabile che affronta discese e salite
come se tutto fosse già scritto negli pneumatici delle loro biciclette.
Un bellissimo esempio di come l'estate con i suoi guizzi di luci ed ombre, di brillii e di dense oscurità possa muovere le dita del nostro Artista nella costruzione dei suoi personaggi, frutto del suo amore e di infinita pazienza!

martedì 18 settembre 2018

Sua Ecc. Monsignor Ovidio Vezzoli da Rino Sgavetta

Grazie a Don Alessandro Frati, Presbitero della Diocesi di Fidenza, Rino ha visto la presenza del Vescovo Ovidio in casa sua.
Una visita attesa, un'accoglienza calorosa per Sua Eccellenza che ha sfidato il caldo di questa incredibile "fine estate". Lo attendiamo con Rino, Olga e Mirella Capretti, il trillo del citofono ce ne annuncia l'arrivo. Lo vediamo smontare dalla bici, oggi tutti noi abbiamo optato per le due ruote, cerchiamo un refolo di vento in questo caldo umido e afoso, anomalo per questo 12 settembre. Don Alessandro presenta tutti noi al Vescovo.
Sua Eccellenza manifesta stupore per i novant’anni di Rino, per la sua vitalità e la presenza nel mondo dell’arte locale.
Colgo uno sfavillio nello sguardo azzurro di Rino quando, a capo della nostra piccola delegazione, guida il Vescovo alla scoperta delle sue opere.

(Scatto di MIRELLA CAPRETTI)
Le “più degne di nota” chiede Mons. Ovidio a Rino … cominciamo quindi dalle sculture.
Si affacciano ai nostri occhi da una piccola porta che si apre su lucide ellissi di legno lavorato, limato, lucidato. Mirella racconta di come il legno, rinvenuto nel bosco o nella secca del Po, un vecchio tronco abbandonato o una radice insignificante ai più, presenti un’anima e narri le proprie potenzialità per una seconda vita alla visione e alla forza tenace dell’Artista.

L’ultima in ordine di tempo “Fiamma Ardente”,


con il suo lucido arancio saluta i nostri occhi, accompagna i nostri passi nell’ascesa verso il “Laboratorio”.
Figure, paesaggi, ciclisti, impasti di terra e colore, legni e trame si alternano alle pareti … unico neo di questa “galleria d’artista” il poco spazio, quasi un togliere fiato e aria alle opere che Rino allinea in un’esposizione permanente.
Apriamo la mansarda: da bravi soldatini tutti i quadri stanno per ben allineati e divisi per soggetti, lungo le pareti, tentativo affannato di mettere ordine, di catalogare nell’opera sempre fervida ed inarrestabile di Rino.
E poi le tavolozze, le ultime produzioni che gridano quanta energia e creatività scorra dagli occhi alle sue dita impregnate di colore, giusto prolungamento del gioco di spatole operose che stanno, solo per ora, a riposo fra tubi di acrilici strizzati a fondo, appena iniziati o per metà usati …

RINO e i suoi pastelli
(foto di MIRELLA CAPRETTI)

(foto di MIRELLA CAPRETTI)

(foto di MIRELLA CAPRETTI)

Un viaggio tra le emozioni per noi, una passeggiata densa di sollecitazioni per Sua Eccellenza.
Parole preziose, distillate con cura e attenzione per l’opera intera di Rino. Soprattutto le tele con gli alberi sono piaciute a Mons. Ovidio. Quella tela di juta che emerge nuda tra intense spatolate nel verde tanto amato e studiato da Rino, nei suoi ocra e marroni di terra e memoria.
Ma è nel commiato, mentre Rino si appresta a scrivere la dedica nel suo catalogo da donare all’illustre Ospite, che Sua Eccellenza ci sorprende: auspica uno spazio adeguato, un luogo per dare luce, vita e respiro a questa grande e notevole produzione.

Una bella retrospettiva, ecco quello che ci auguriamo!!!
Ci riusciremo?

Le parole del Vescovo Ovidio aprono uno spiraglio e mettono ali alle nostre speranze!
Ci salutiamo così portando sulle nostre persone, nel nostro cuore, una benedizione.
Grazie Eccellenza, questo incontro è stato particolarmente speciale anche per noi, e grazie a Rino che ci ha invitati ad essere presenti!
                                                                    Laura ed Enzo.

giovedì 14 giugno 2018

VISTO DA RINO!



Metti un pomeriggio invernale,
una breve uscita per due passi, ben coperti
...
ed ecco l'occhio del Pittore che cosa coglie!!!
Atmosfera rarefatta e silenziosa,
il grigio della stagione,
il plumbeo del cielo
e
una grande macchia di fuoco!
Ad incendiare la nostra fantasia ci pensa Rino con questo arancione che affaccia
tra tronchi anneriti e l'umidore della strada.


Al di là o meglio, al di sopra delle polemiche allora scaturitesi per la scelta dell'Amministrazione Comunale, Rino ci offre il suo sguardo pensoso: la macchia tecnologica ed efficiente del mezzo, dell'aereo che ha solcato i cieli durante la seconda guerra mondiale è nascosto dalla natura bruciata dal freddo. Lunghi rami nudi si protendono ad offuscare, a creare una cortina su cotanto splendore rimesso a nuovo. La macchina tecnologica è velata dalla crudezza del freddo e della natura che sembra rigida e morta: una palizzata naturale ...
Cosa vuole dirci, cosa ci racconta e disvela?
Per come lo vivo io, questo quadro è una condanna alla guerra "tout court". Nella macchia di vita e colore, l'azione di un pilota che ha salvato la città ed i cittadini da distruzione e morte.
Al di là dei giudizi e pregiudizi ...