ALESSANDRO RICCI:
Bellissimo il “pedale melodico” di Le Biciclette di Giorgio Caproni, scritto nel 1947 per le Olimpiadi della poesia di Londra e che si apre con:
“La terra come dolcemente geme/ancora, se fra l’erba un delicato/suono di biciclette umide preme/quasi un’arpa al mattino!”.
Sempre Caproni scrive, in Scandalo:
“Per una bicicletta azzurra,/Livorno come sussurra!/Come s’unisce al brusio dei raggi, il mormorio!/Anima sbucata all’angolo/ha alimentato lo scandalo./Ma quando mai s’era vista/in giro una ciclista?”.
Per le rime dedicate al ciclismo contemporaneo c’è, ad esempio, la schiettezza di Gianni Rodari (1920-1980):
“Filastrocca del gregario/corridore proletario,/che ai campioni di mestiere/deve far da cameriere,/e sul piatto, senza gloria,/serve loro la vittoria”.
Haiku in bicicletta di Pino Pace:
“Gonfio le ruote,
olio gli ingranaggi,
son già partito”.
Enjoy!
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